Se sei un lettore del mio blog avrai ormai chiaro che odio estrarre i denti, è una sconfitta che non sopporto: tentiamo ogni strada per salvarli, e l’apicectomia è l’ultima arma che abbiamo a disposizione.
Abbiamo già parlato in un precedente articolo dei ritrattamenti, cioè della tecnica endodontica che prevede di ripulire e chiudere per bene i canali di un dente già devitalizzato.
Quella è la prima cosa da tentare se un dente ha un granuloma o un’infiammazione.
A volte però non possiamo farla oppure viene realizzata a regola d’arte e non è sufficiente: a questo punto si passa alla chirurgia.
Semplificando molto, è una tecnica di chirurgia endodontica che prevede di individuare l’apice della radice malata (la punta finale, per capirci), tagliarla con degli strumenti, rimuovere tutta l’infezione presente e chiudere con un sigillo (otturazione retrograda).
Lo scopo è quindi di eliminare la punta della radice infetta che non si può o non si riesce a sigillare con le tecniche di devitalizzazione tradizionali.
Le indicazioni a questa tecnica chirurgica sono semplici:
Lo scopo, ricorda, non sarà solo di rimuovere l’infezione presente ma di chiudere con un sigillo perfetto dall’alto, altrimenti tutto il lavoro sarà stato inutile
L’apicectomia
Questa tecnica prevede vari passaggi:
Laser erbio: valido strumento del nostro studio dentistico.
Questi interventi chirurgici richiedono grande precisione. Non possiamo permetterci di tagliare poco o male l’apice da torgliere, oppure di lasciare infezione presente o peggio ancora non chiudere bene con l’otturazione retrograda.
E’ per questo che noi, nel nostro studio, eseguiamo questi interventi sempre e soltanto usando il microscopio operatorio chirurgico
Microscopio operatorio
Con una tecnica corretta e la giusta tecnologia riusciamo a dare una seconda possibilità anche a denti gravemente compromessi …c’è sempre tempo per estrarre e fare un impianto :).
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