
L’odontoiatria robotica
La robotica esiste e si utilizza In medicina? Assolutamente sì e anche in odontoiatria non siamo da meno.
Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione epocale e non si sta parlando di futuro ma di presente: abbiamo già oggi i primi esempi di tecnologie robotiche che possiamo utilizzare nei nostri studi odontoiatrici per dare delle cure sempre più sicure e innovative ai nostri pazienti.
E’ una materia incredibilmente affascinante, perché la robotica serve proprio per sua natura a facilitare e ad aiutare il lavoro umano.
Non dobbiamo pensare alla robotica come un qualcosa che va a cancellare o eliminare l’intervento dell’uomo, bensì proprio il contrario.
In realtà serve per alleggerire il carico del dell’uomo per quanto riguarda operazioni altamente pericolose o incredibilmente faticose, lasciandoci il tempo di occuparci di attività più elevate e più importanti.
In questo articolo troverai degli esempi che, lo ammetto, non ho attualmente in studio.
Questo perché alcune sono tecnologie che in Italia ancora non sono arrivate oppure sono ottenibili con investimenti economici davvero importanti.
Però, se ti devo confidare un segreto, un sogno che ho nel cassetto è di poter trasformare il mio studio odontoiatrico digitale in uno studio di odontoiatria robotica.
Sarebbe veramente fantastico!
Parliamo spesso di odontoiatria digitale, che ormai è una realtà comune a tantissimi studi odontoiatrici in Italia.

Se pensiamo che riusciamo a fare delle scansioni digitali con una telecamera creando così un modello 3D virtuale del sorriso nostri pazienti…
Se pensiamo che le stampanti 3D sono di utilizzo comune ormai nei laboratori odontotecnici o negli studi odontoiatrici…
Ecco, questo è un approccio sicuramente contemporaneo e non più probabile futuro.

Solito percorso sono certo lo farà anche l’odontoiatria robotica.
Parliamo quindi di cosa OGGI possiamo fare con l’ odontoiatria robotica, senza voli di fantasia ma citando esempi REALI che sono acquistabili sul mercato internazionale.
Gli impianti dentali posizionati con un robot
Esiste un’azienda americana che ha brevettato un dispositivo che è una sorta di manipolo robotizzato che offre all’ implantologo un feedback multisensoriale quando va a creare il forellino per avvitare un impianto nell’osso.
Se ricordi l’articolo in cui parlavamo degli impianti, certamente saprai che mettere un impianto consiste essenzialmente nel fare un forellino nell’osso e nell’avvitare una vite di titanio che funge da radice artificiale.
Questo forellino nell’osso lo possiamo fare attualmente in due modi:
- il chirurgo con la sua esperienza e con la sua manualità va a fare questa ferita chirurgica per avvitare l’impianto, posizionandolo come meglio ritiene a mano libera.
- Altrimenti lo si può fare in chirurgia guidata, dove abbiamo delle mascherine chirurgiche progettate digitalmente che fanno da guida al chirurgo nel posizionare l’impianto.
Il problema di queste mascherine è che hanno bisogno di spazi e di apertura della bocca più ampi, perché dobbiamo usare delle frese un po’ più lunghe e non in tutti i pazienti è quindi possibile questa strada.
Inoltre, ci possono essere dei tempi di realizzazione un po’ più lunghi perchè occorre magari ordinare queste mascherine a una ditta esterna allo studio e farsele consegnare (anche se ad oggi con la stampante 3D riusciamo a costruircele direttamente in casa) .
Esiste sul mercato americano ( in Italia non ancora) questa terza via alternativa che è la robotic systemiDental surgery.
Praticamente un braccio robotizzato che va a guidare la mano del chirurgo nell’inserzione dell’impianto.
L’odontoiatria robotica prestata quindi all’implantologia.
A differenza che della chirurgia classica Manuale dove tutto è lasciato alla sensibilità dell’operatore, se per caso ci spostiamo di qualche grado con la fresa e il nostro strumento non ha l’inclinazione giusta rispetto alla programmazione digitale caricata nel robottino, lui blocca la mano del chirurgo.
In pratica gli dà dei feedback e lo aiuta passo passo a trovare la giusta angolazione e la giusta inclinazione per posizionare l’impianto nel miglio modo possibile.
Sulla carta è veramente fantastico!
Per curiosità e voglia di ricerca ho scritto all’azienda in questione se e quando in Europa contano di distribuire questo macchinario.
Pare nel 2021 arriverà anche da noi, e quando accadrà non vedo l’ora di andarlo a provare sul campo per capirne di più.
Al momento mi accontento di video su YouTube che certamente ingolosiscono ma non danno chiaramente un’idea ben precisa dell’oggetto.
La sterilizzazione robotizzata
Un altro aspetto veramente interessante della robotica per il nostro lavoro interessa anche il “dietro le quinte”.
Realizzare una sterilizzazione e una disinfezione dello studio con degli strumenti robotizzati riducendo così al minimo il lavoro umano, è una vera rivoluzione.
Autore di questa intuizione che non esito a definire geniale è il collega e visionario dottor Castagno, un odontoiatra che ha realizzato una startup innovativa italiana con un brevetto tutto suo.
Giorgio ha realizzato una sala di sterilizzazione completamente robotizzata.
Dedicheremo un articolo specifico per spiegarti come avviene la sterilizzazione degli strumenti nel nostro studio, ma sappi che attualmente la sterilizzazione viene fatto da degli operatori formati che si occupano quindi di disinfezione sterilizzazione e stoccaggio di tutti gli strumenti che quotidianamente andiamo a utilizzare.
Tutti questi passaggi hanno delle problematiche intrinseche, che possono portare a un incidente per gli operatori stessi.
Gli operatori sanitari vanno senz’altro ad utilizzare i dispositivi di protezione individuale ma può capitare purtroppo un incidente ( esempio un un taglio o una cosa del genere) .
Ci potrebbe anche essere una problematica legata a un non corretto protocollo di sterilizzazione: tendiamo sempre di più a standardizzare per ridurre al minimo questa percentuale errore, ma il fattore umano c’è sempre.
L’intuizione di Giorgio è stata superare tutte queste problematiche con un sistema robotizzato con dei servo mobili che si spostano dalla sala odontoiatrica per portare il tutto alla sala sterilizzazione.
I ferri utilizzati durante l’intervento vengono stoccati in un robottino semovente che lasciando la sala operativa trasporta i ferri alla area sterilizzazione.
Durante il tragitto inoltre disinfetta il suo passaggio con raggi UV.
Arrivato in sala sterilizzazione, un altro braccio robotizzato prenderà autonomamente gli strumenti sporchi dal robottino senza che ci sia bisogno di un operatore, e li posizionerà negli ultrasuoni per la fase di detersione e disinfezione.
A seguire, sempre questo braccio robotizzato li sposterà nella imbustatrice andando ad impacchettare tutti i kit come da protocollo stabilito dall’odontoiatra.
Infine, metterà tutto in autoclave e a fine ciclo di sterilizzazione andrà a marcare ogni singola busta con un codice alfanumerico specifico e dedicato, in modo tale da avere una tracciabilità completa della filiera.
E tutto questo senza degli esseri umani.
Chiaramente capisci come si abbatta la possibilità di errore e anche la probabilità che qualcuno si ferisca e si faccia male.
Una vera rivoluzione…
Quindi ricapitoliamo il nostro breve viaggio nella odontoiatria robotica:
Abbiamo la chirurgia con un feedback robotizzato, la sterilizzazione fatta da bracci robotici oppure banalmente anche dei piccoli robot che si occupano della disinfezione e della pulizia dei pavimenti e degli ambienti dello studio.
Tutte cose che esistono ad oggi e, lo ripeto, non è un futuro alla Blade Runner.
Se ad oggi abbiamo delle tecnologie a disposizione che fino all’altro ieri sembravano impossibili o fantascientifiche, è facile pensare che sia un qualcosa destinato ad evolvere sempre di più e sempre più rapidamente.
Probabilmente all’inizio saranno tecnologie a disposizione di grandissime strutture ospedaliere, perché banalmente investire milioni di euro per piccole realtà come la mia è fisicamente impossibile.
Ma ragioniamo un attimo: se avessi dovuto acquistare una tac 20 anni fa, avrei dovuto fare un mutuo che ci compravo una casa bella grande.
Se avessi pensato di prendere una stampante 3D avrei avuto bisogno di stanze enormi e altri soldi.
Se avessi voluto un laser nemmeno sarebbe esistito, oppure un microscopio operatorio nemmeno me lo avrebbero venduto, è roba destinata ai neurochirurghi.
Eppure oggi in studio ho una tac, due microscopi, due tipi di laser, una stampante 3D…sono sì pieno di leasing ma ci sono riuscito.

Questo perché la tecnologia più diventa diffusa più diventa abbordabile economicamente. E’ una banale legge di mercato.
Aspettiamo e vediamo quindi, di sicuro starò all’erta per essere pronto a ogni sviluppo imminente o futuro 😉
Dott.Riccardo Marsalli Direttore Sanitario Micros srl albo odontoiatri Lucca n.509