L’ortodonzia è una disciplina a me misteriosa. Ricordo ancora con dolore l’esame all’Università: non ci capivo un tubo!
Superato di slancio l’ostacolo scolastico, è un ramo dell’odontoiatria che ho subito accantonato. Troppi calcoli, troppo tempo, troppe cose lontane dalla mia natura.
però (giustamente) ai miei pazienti delle mie inclinazioni naturali interessa il giusto.
Ed io, non ero e non sono in grado di darglielo. Dovevo introdurre l’ortodonzia nel mio studio.
Ho provato quindi a collaborare con qualche collega ortodontista, ma non è mai scattata la scintilla.
Non è mai nato il giusto feeling.
Abbiamo la solita filosofia di ricerca costante: chi si ferma è perduto, studiare in continuazione, aggiornarsi e offrire ai nostri pazienti il meglio dell’odontoiatria digitale.
Iniziamo quindi a collaborare, Silvia all’inizio viene nel mio studio giusto un pomeriggio al mese.
Dopo poche settimane le cose migliorano, Silvia piace a TUTTI, aumentano i casi e anche la presenza della dottoressa nel mio studio: insomma, un vero successo!
A questo punto posso dire, quindi, di conoscere bene la bravura e i talenti della dr.ssa Bernardini e mi è venuto in mente di raccontarli anche a te!
R: ciao Silvia!
S: ciao!
R:iniziamo con una domanda semplice: chi sei? Presentati ai nostri lettori!
S: Sono Silvia Nina Bernardini, lavoratrice, mamma, moglie, appassionata alla vita
R: in cosa sei specializzata?
S: in Ortodonzia per Adulto e Bambino. In pratica, è la scienza/arte odontoiatrica che disegna sorrisi sani e belli.
R: chi è il tuo paziente ideale e come puoi aiutarlo?
S: è molto semplice: voglio servire tutti coloro che riescono ad apprezzare il mio lavoro, perché non si tratta soltanto di spostare dei denti ma di donare al volto una nuova armonia estetica. E’ infatti, come dicevo prima, una scienza che si mescola all’arte: donare armonia è un concetto straordinario!
R:raccontaci la tua storia di origine, come professionista
S: appena laureata, come la maggiorparte dei dentisti, ho iniziato con le otturazioni e l’endodonzia, che indubbiamente rappresentano la base del nostro lavoro.
Poi, improvvisamente, ho incontrato il mio ortodontista di quando ero bambina; mi ha chiesto se ero interessata ad apprendere l’Ortodonzia. Ho accettato. Ed è iniziata questa fantastica avventura
R: quali sono quindi le tue competenze centrali e uniche?
S: sicuramente riesco a migliorare il sorriso e quindi l’autostima dei miei pazienti.
R: come hai sviluppato queste e competenze? è stato difficile?
S: oddiooooo Riccardo, se proprio lo vuoi sapere, te lo racconto, ma sarà lunga!
Ho svolto per 2 anni un tirocineo formativo presso lo studio del mio Ortodontista, il dottor Arturo Aliboni; aveva uno studio con 6 riuniti ubicato nel centro di Massa; l’ortodonzia si svolgeva solo il martedì ed ogni martedì avevamo circa 30 pazienti…solo il martedì pomeriggio. Inoltre 3 giorni al mese seguivo il mio responsabile in consulenza a Livorno.
Poiché, come diceva lui, la pratica doveva essere rinforzata da solide basi teoriche, contemporaneamente frequentavo per 3 giorni al mese un corso teorico-pratico privato tenuto dal Dottor Cortesi, amico dell’Aliboni, presso la clinica Don Orione a Bergamo.
Durante le nostre giornate ortodontiche in studio lo seguivo come un segugio. Un campo di battaglia!
Continuando, nei mesi successivi, iniziai a farmi una serie di domande: non trattavamo pazienti adulti, non si utilizzavano attacchi estetici, né mascherine invisibile, tanto meno la tecnica linguale, ne leve e miniviti…inizia a capire che avevo bisogno di respirare aria di Ortodonzia Moderna, quella al passo con i tempi; una mia ex- collega del Corso di Cortesi mi parlò di un buon corso a Roma presso il Bambin Gesù.
Il corso sarebbe partito a gennaio dell’anno dopo ed eravamo a giugno.
Cavolo! Non volevo star ferma tutto quel tempo!
Mi disse che se ero disposta ad andare a Napoli, il corso sarebbe partito ad Ottobre; mi diede il numero privato del Dottor Vincenzo D’Antò, il referente per l’organizzazione del corso; ricordo ancora la telefonata: mi prometteva un corso ben strutturato e ad alti contenuti scientifici.
Il vero ortodontista si siede sempre al riunito: il paziente è come se fosse una sua creatura e, devo dire, inizia anche ad esserne geloso: si geloso perché se ad esempio il paziente finisce la cura ortodontica e deve mettere un impianto o ricostruire un dente, tu vuoi il meglio per il tuo paziente: che gli propongano la soluzione migliore, quella più etica…che gli altri colleghi poi non dovessero rovinare il tuo lavoro: come dire, manca la ciliegina sulla torta, non c’è da smontarne un piano per arrivare al risultato finale.
Comunque, riprendendo il filo, sono andata a Napoli per 3 anni e mezzo consecutivi in cui ho frequentato Perfezionamento, Master Vestibolare, Master linguale: queste esperienze mi hanno permesso non solo di arricchire i miei contenuti teorici e pratici (si perché i corsi prevedevano tutti, oltre alla giornata teorica, 2 giorni pratici in reparto) ma di conoscere e farmi un sacco di amicizie di colleghi in tutta Italia, molti dei quali, durante i miei viaggi di trasferte negli studi, sento per telefono in un continuo confronto.
Reputo che la scuola di Napoli sia fantastica; il professor Roberto Martina,la mente, appena andato in pensione, ha diretto la scuola per anni con vedute molto aperte: ha coltivato fin da neolaureati un gruppo di dottorandi, mandandoli in giro per il mondo ad apprendere le nuove tecniche: ognuno specializzato in settori diversi e ad ognuno di loro ha detto:
Così, quando sono arrivata io, in un solo posto, ho trovato il concentrato del meglio.
Durante i miei corsi ogni tanto affrontavamo la Gnatologia: spesso la Professoressa Michelotti (referente mondiale dei disordini tempore-mandibolari) ci teneva lezione.
L’ultimo step, per me, sarebbe stato quello di seguire il suo Master. Purtroppo non ho avuto modo!
Ma la gnatologia era importante! A quel punto che fare? qui devo dire che il destino mi ha presentato pronte le carte in tavola.
Si, perché il più giovane e brillante referente della materia si chiama Daniele Manfredini, una lista d’attesa lunga 3 anni per partecipare ai suoi corsi.
Ora però, lui è iscritto all’albo di Massa-Carrara; ha lo studio a 2 km da casa mia e soprattutto è molto amico di una mia amica di Carrara (conosciuta a Napoli!) che mi ha presentato a lui…insomma a giugno ho già partecipato al convegno GSID, ho letto tutti i suoi libri…
Ora: sono soddisfatta della mia preparazione? abbastanza ma posso migliorare…ecco perché sto cercando di conteggiare il Professor Musilli affinché crei un master personalizzato per una decina di fedeli: lui è stato istruttore di tutto quel gruppo di studenti del Martina che oggi sono affermati. Conosce la biomeccanica a menadito, sposta denti senza attacchi, un vero artista! vedremo…quindi diciamo che ora sono in evoluzione per raggiungere uno step ancora più alto.
R: grande Silvia, bellissima storia! Senti, siamo quasi in fondo e ti chiedo: come metti tutte queste competenze al servizio dei tuoi pazienti?
S: senza nessuna remora; spesso mi trovo a spiegare in semplici parole aspetti tecnici ai miei pazienti: perché una buona Ortodonzia non la fa solo l’ortodontista ma ci vuole sempre la collaborazione del paziente.
All’inizio, durante la prima visita, cerco subito di capire chi ho davanti.
Se ho davanti a me pazienti molto motivati, non dico di no al trattamento anche quando rifiutati da altri studi perché il trattamento è oggettivamente molto difficile.
Ecco perché voglio sempre migliorarmi, per poter affrontare qualsiasi tipo di difficoltà e non dovermi ritrovare nella posizione di dover dire: “no, questo non si può fare” perché non so farlo.
R: io sono molto felice dei risultati che abbiamo ottenuto con i tuo lavoro su i miei pazienti. Perchè secondo te c’è stato questo grande successo?
S: perché sono sempre sincera con il paziente.
Dico subito qual’è il massimo risultato raggiungibile. Ho fatto ad esempio un piano di trattamento 2 mesi fa per una paziente da chirurgia ortognatica: le ho detto sinceramente che l’ortodonzia poteva raggiungere un compenso ma che il trattamento elettivo sarebbe stata la chirurgia ortognatica.
Non entro nei dettagli…comunque dopo essere sparita in seguito alla consegna del piano di trattamento, ha ritelefonato in studio 15giorni fa per l’appuntamento.
Ha apprezzato, sono sicura, l’onestà e la schiettezza.
R: Ultimissima domanda e con questa, ringraziandoti per la pazienza, ci salutiamo. Io metto al centro del nostro lavoro la gioia e la soddisfazione dei nostri pazienti: secondo te, come possono iniziare un percorso di soddsfazione grazie al tuo metodo?
S: miglioro il sorriso, aumento la loro autostima, spesso le signore grazie ad un maggiore supporto dei tessuti (raggiungibile con movimento dentale) si vedono ringiovanite. Infatti, questa cosa la sto realizzando solo ora, sono più soddisfatti gli adulti a fine trattamento che non i ragazzi; il ragazzetto avverte l’ortodonzia come un’imposizione del genitore…non la sente come un’esigenza tanto lui è giovane e quindi già bello.
L’adulto che rimette l’apparecchio è perché lo desidera, perché si vuole migliorare esteticamente.
R: grazie ancora Silvia, alla prossima chiacchierata!
S: grazie a te!
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